Non è il caso di tutelare il patrimonio storico-artistico per incrementare il turismo migliorandone
la qualità?
«Voglio ‘o mare, cù ‘e mmura antiche e cchiù carnale» – cantava Pino Daniele in ‘Qualcosa arriverà’. Quelle mura, però, antiche e sincere, quelle del centro storico partenopeo, quelle degli edifici storici, quelle che raccontano della Napoli che fu, della Napoli che dovrebbe continuare ad essere e di quella anche, si spera, possa essere nel futuro, sono da tempo mute, o meglio, le loro corde vocali sono state recise. Oramai il centro storico napoletano, patrimonio Unesco, è in balia del degrado, dell’inciviltà, dell’incuria e anche (forse soprattutto) dei vandali.
Soni infatti sempre più preoccupanti le condizioni di chiese ed edifici storici napoletani deturpati ed oltraggiati da graffiti e scritte vandaliche. Tra gli edifici messi peggio ci sono: la Basilica di San Giovanni Maggiore; Chiese di Santa Maria Donnaromita e Sant’Angelo a Nilo; l’ex Seminario dei Nobili; palazzo Giusso. Lo hanno denunciato da tempo diversi cittadini ed attivisti di Europa verde.
Ma non solo soltanto le mura degli edifici storici ad essere oltraggiate dal vandalismo, a farne le spese di questuo dilagante fenomeno urbano sono anche le fontane monumentali come ad esempio quelle delle Sfingi ridotte a pattumiere e ricoperte da scritte vandaliche a Piazza Mercato, zona per la quale in effetti sembra non esserci pace in termini di il decoro e dignità.
«Lo stato di degrado delle fontane del Seguro, meglio note come fontane delle sfingi, in piazza Mercato è un’offesa insopportabile per l’immagine di uno dei luoghi più caratteristici della città. Restaurate da poco, ora versano nuovamente in condizioni pietose. Sommerse dai rifiuti e dalle scritte con pennarelli e spray realizzate da incivili che nemmeno comprendono la gravità di questo vandalismo in uno dei siti che ha fatto la storia di Napoli. Tante scritte riportano la dicitura: ‘ti amo’, ‘I love you’ o dei cuori disegnati ma in realtà chi compie gesti simili non prova amore se o non per sé stessi, mentre è del tutto assente quello verso la propria città, i suoi momenti e la storia.
Dobbiamo subito restituire a queste opere la loro dignità e proteggerle dall’ignoranza e dal disamore per la nostra città. La deriva incivile e vandalica che stiamo vivendo come città è tra le più buie degli ultimi decenni. La somma tra il malfunzionamento dei servizi essenziali e il disamore per i beni comuni ha creato una miscela devastante. Con il via della nuova amministrazione occorre senza dubbio alcuno cominciare una nuova Era e preservare i nostri monumenti fermando incivili e vandali.» -aveva tuonato il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli che pubblicamente aveva denunciato la questione.
Nella città del Vesuvio e della sirena Partenope è avvenuto il passaggio di consegne tra De Magistris e Gaetano Manfredi pronto ad amministrare la città per i prossimi 5 anni. Sarà questo l’inizio di un nuovo corso per Napoli, almeno per ciò concerne la tutela del patrimonio storico?
Nel frattempo occorre riflettere su questo: li 90% del patrimonio artistico mondiale si trova in Italia, di questo una bella fetta è proprio collocata a Napoli dove nel centro storico è impossibile fare un passo senza ‘inciampare’ nella storia. Mentre, però, in città d’arte come Firenze si fa pagare (a giusta ragione) l’ingresso per ogni anfratto legato alla storia e all’arte, nel capoluogo campano tutto viene ‘regalato’ e dato per scontato come se i monumenti, l’arte e la storia fossero quasi un intralcio ai cittadini ed ai turisti, che non sono e non devono vivere di solo street-food. Se i monumenti fossero tutelati e valorizzati come è stato fatto (e tanto) per i cuoppi di frittura, il turismo napoletano sarebbe di certo più duraturo, redditizio e di qualità.