Borrelli: “I boss devono stare in carcere e non a casa. Troppo poco rispetto per le vittime.”
Come racconta Il Roma, il tribunale di Sorveglianza di Napoli ha respinto per la seconda volta in dodici mesi la richiesta della Procura di tradurre in carcere Erminia ‘Celeste’ Giuliano, 67enne ras e sorella degli storici capi del clan di Forcella, che resterà dunque almeno per un altro anno ancora agli arresti domiciliari, dove continuerà a scontare la pena a quattordici anni di reclusione, diventata definitiva nel maggio 2021.
L’avvocato Gennaro Pecoraro, difensore legale della Giuliano, è riuscito a dimostrare l’incompatibilità delle condizioni di salute della propria assistita con la detenzione in carcere. Il magistrato di Sorveglianza, preso anche atto del fatto che le contestazioni mosse a carico della donna sono piuttosto risalenti nel tempo, ha così ribadito per la seconda volta la detenzione domiciliare nel comune di Formia, dove Erminia Giuliano risiede da qualche tempo e dove è assistita dai suoi familiari.
“Restiamo interdetti ogni volta che la Giustizia non compie il suo dovere nei confronti di boss e camorristi. Per noi, chi ha vissuto seminando terrore e sangue e volendosi sostituire allo Stato, creando leggi proprie basate sulla violenza, sulla sopraffazione e sulla paura, deve andare in galera e restarci a vita e non certo farsi ‘una vacanza’. Non è la prima volta che un boss evita il carcere per ‘motivi di salute’. I camorristi vanno curati ma in carcere. Troppo facile stare agli arresti domiciliari tra i propri cari e con tutti gli agi. Purtroppo per le vittime e i loro parenti tutte queste attenzioni non ci sono. Noi chiediamo giustizia, quella vera. ”-ha commentato così il Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.