Agguato di camorra a Sant’Antimo. Un morto ed un ferito, entrambi con precedenti. Borrelli: “Non ci può essere emergenza solo quando si versa il sangue. I clan vanno combattuti sempre e serve intervento radicale sulla rieducazione sociale.”

La camorra torna seminare morte, terrore e sangue nel napoletano. 

Un giovane di 26 anni, Antonio Bortone, già noto alle forze dell’ordine, è stato ucciso a Sant’Antimo, in provincia di Napoli. 

L’uomo, raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco mentre era a bordo del proprio scooter, è deceduto sul luogo dell’agguato, in via Solimena, nonostante l’intervento dei sanitari. 

Inoltre all’ospedale di Aversa è giunto un uomo di 29 anni, anch’esso già noto alle forze dell’ordine con ferite d’arma da fuoco. Sembra che potesse assieme a Bortone al momento dell’agguato. 

“In tanti in questi casi dicono: ‘Finché si ammazzano tra di loro, va bene così’. Invece non va proprio bene. Innanzitutto perché il sangue versato non risolve alcun problema e poi perché la camorra è come lo yogurt e gli affilati sono come i fermenti lattici. Se ne elimini qualcuno il processo di fermentazione non si arresta ma procede inarrestabile questo perché c’è un eccesso di ricambio generazionale nella criminalità e anche quando un clan viene scardinato, un altro è prontissimo a subentrare. Serve quindi un intervento radicale anche sui costumi del territorio e sui problemi sociali di quella parte del popolo più disagiata ed abbandonata dalle Istituzioni.

Ovviamente serve soprattutto una massiccia presenza delle forze dell’ordine e dello Stato in quei territori considerati zona rossa prima che di mezzo ci vada a finire gente innocente. Però l’allarme camorra non ci deve essere solo quando si parla di morti ma sempre anche quando i clan agiscono silenti.”- queste le parole del deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn