Accoltellamenti sugli scogli di Marechiaro. Una rissa scoppiata per un diverbio sui social. Chi aveva l’arma è figlio di uno esponente dei Lo Russo.

Borrelli: “Baby delinquenti figli di camorristi e Tik Tok sono diventati un binomio terrificante. Per questo denunciamo il fenomeno da tempo e chiediamo che sia levata la patria potestà alle famiglie dei clan”

Come racconta Il Mattino di Napoli, i ragazzi coinvolti nella lite di Marechiaro, terminata con due accoltellamenti, è cominciata sui social. Così quando si sono incontrati sugli scogli, uno di essi ha riconosciuto chi l’aveva offeso sui si Tik Tok ed Instagram (nove mesi addietro) e lo ha aggredito e quando stava per avere la peggio ha chiamato in soccorso l’amico che ha estratto dal costume da bagno il coltello.

I due aggressori, mentre le persone presenti prestavano soccorso ai ragazzi accoltellati, si erano allontanati a nuoto e poi probabilmente con una barca. Dopo che sono scattate le indagini, sono stati individuati.

Quello armato di coltello è finito in cella, con l’accusa di tentato omicidio. Ha sedici anni, è figlio di un soggetto condannato all’ergastolo come esponente del clan Lo Russo. Il suo complice, quello che aveva scatenato la rissa, è un sedicenne denunciato a piede libero, perché non c’è prova che abbia impugnato un coltello.

“Tempo fa abbiamo istituito L’osservatorio su Tik Tok perché molto preoccupati dalla piega che stavano e stanno prendendo i social, dove sempre di più la parola è presa da delinquenti e ragazzini appartenenti a famiglie criminali che fanno propaganda camorristica, giurano vendetta e minacciano in diretta. Come purtroppo si vede anche dall’episodio di Marechiaro, il passo da Tik Tok alla vita reale è molto breve e la follia da social rischia di trasformarsi in tragedia e violenza ogni giorno. Per questo chiediamo che si intervenga, chiedendo alla piattaforme di rimuovere certi contenuti di propaganda criminale e monitorando quegli utenti legati agli ambienti camorristici. Chiediamo da tempo che sia levata la patria potestà alle famiglie dei clan per evitare che “educhino” i loro figli a diventare criminali come loro. Un intervento che dovrebbe partire da bambini perchè già dopo gli 8 anni i danni sono quasi irreparabili”- sono le parole del Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn